Attraversiamo una fase storica in cui l'umanità è strettamente legata al consumo di energia elettrica ed alla possibilità di portarla con se ovunque.
Negli ultimi anni hanno avuto grande diffusione le batterie agli ioni di litio, che hanno trovato grande applicazione in molti campi ma sopratutto nelle tecnologie mobile (smartphone, tablet, notebook ecc.), con una continua ricerca di nuove soluzioni per rendere le batterie più piccole e più potenti, ma con scarsa attenzione alla sicurezza.
Si pensa che questi oggetti siano sicuri ed invece sono potenzialmente esplosivi.
Proprio la scorsa settimana si sono verificati due casi
- un Samsung Galaxy Note 2 ha preso fuoco nella tasca del suo possessore (ma anche altri smartphone nei mesi scorsi hanno avuto destini simili)
- più emblematico è il caso di una batteria a ioni di litio su un Boeing 787 che è esplosa durante le fasi di atterraggio, per fortuna senza conseguenze per i passeggeri.
Il problema è stato causato da un surriscaldamento della batteria che ha prima sprigionato fumo e poi ha preso letteralmente fuoco.
Le batterie Li-ion sono potenzialmente incendiabili, questo lo sanno per certo le aziende produtrici, perchè si tratta di un difetto intrinseco nella chimica con cui queste pile super potenti vengono realizzate.
Il Litio è un metallo alcalino caratterizzato da un basso peso specifico e da un elevato potenziale elettronico, il che lo rende perfetto per le batterie.
Le sue stesse proprietà fisico-chimiche però lo rendono altamente infiammabile se sottoposto ad un alto stress termico, in oltre è provato che anche pochi grammi, lanciati in acqua, possono provocare piccole esplosioni.
Come potete vedere nel video sotto, una batteria Li-ion esposta a temperature neanche troppo elevate (circa 60°C) tende a deformarsi vistosamente fino ad esplodere e prendere fuoco.
Sia chiaro, questi eventi potrebbero essere legati a batterie con qualche piccolo difetto di fabbrica, ma vale la pena di interrogarsi sull'accaduto per trovare eventuali soluzioni per renderle più sicure.
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Fonte: Geek.com