Ci sono iniziative che ti prendono sin dalla nascita, a me capita con le nuove idee hi-tech, quelle che magari non ti aspetti.
Non potevo quindi farmi sfuggire l'occasione di intervistare Francesco Facchinetti, Creator Director di Stonex. Devo dire che ho passato quasi un'ora al telefono con Francesco, ma il suo modo di parlare, l'enfasi con cui raccontava il progetto Stonex One hanno fatto passare il tempo in un lampo (c'è voluta poi un'eternità per sbobbinare tutto).
Di seguito vi riporto integralmente l'intervista e, per consentirvi di assaporare l'enfasi del discorso di Francesco, trovate anche l'audio integrale.
Audio integrale dell'intervista a Francesco Facchinetti
G: Direi di partire dal principio, come è nata l’amicizia/collaborazione tra Davide Erba e Francesco Facchinetti?
F: Prima di tutto è nata un’amicizia e poi una collaborazione. Il tutto nasce circa 2 anni fa, siccome sono sempre una persona molto curiosa che ama confrontarsi con gli altri, conoscere persone nuove, girare, sperimentare, investire. Allora stavamo preparando una start up per un nuovo programma telefonico e amici in comune mi presentano Davide che voleva investire all’interno di alcuni programmi radiofonici per poter pushare alcuni suoi prodotti.
Quindi me lo presentano come un papabile investitore in questo programma. Subito gli chiedo "cosa fai nella vita", "raccontami cosa fa la tua società" per capire meglio cosa lui facesse e così mi ha raccontato la sua storia, quella di un ragazzo di 34 anni che è riuscito a costruirsi un impero, una multinazionale, presente non solo sul territorio italiano ma quasi in tutto il mondo e mi ha destato subito un grande interesse.
Abbiamo cominciato ad uscire, tra l’altro questo progetto non si è mai fatto, lui non ha mai sponsorizzato il mio programma ed io non ho mai fatto quel programma, però abbiamo iniziato ad uscire ed a frequentaci. Capita poche volte nella vita, ma quando capita comincia a girare la ruota. Insomma, capita poche volte di incontrare una persona che abbia le tue stesse caratteristiche, quindi una grande voglia di creare cose nuove, di fare delle piccole grandi rivoluzioni e di poter investire del proprio tempo e non solo.
Quindi io gli parlo della mia idea di poter fare tecnologia di serie A al giusto prezzo.
Spiego, il consumatore negli ultimi anni si è accorto che per molto tempo è stato fregato, cioè ha comprato dei prodotti che avevano un valore, ma sul mercato erano dopati. Faccio un esempio stupido, il fashion è stato il primo campo che ha palesato la verità, però tu 10/15 anni fa uscivi, ti andavi a comprare una maglietta firmata, la strapagavi, e non ti domandavi quanto in verità costasse. Poi, nel corso degli anni, è stato raccontato al consumatore che produrre una maglietta costava pochissimo ed addirittura grandi colossi come H&M e Zara, che c’erano già da diversi anni, quindi non colossi nati adesso, negli ultimi anni sono riusciti a prendere grosse fette di mercato, perché l’utenza si è ribellata a questo sistema ed ha detto "col cavolo, adesso compro una cosa al giusto prezzo", tanto che è accaduto ed accade, al giorno d’oggi, che se fai una famosa pizzata con gli amici ed uno viene da te con una maglietta e gli chiedi "ohh, che bella quella maglietta" e lui ti risponde che è Zara, gli dici "che figo che sei". Se un tuo amico viene da te e gli dici "che bella quella maglietta" e lui ti dice che è Gucci, gli dici "chi sa quanto l’hai pagata questa maglietta."
fare tecnologia di serie A
al giusto prezzo”
Nella tecnologia è l’inverso. Nella tecnologia questa cosa non è mai accaduta. Tanto che nel mainstream, stiamo parlando non di quelli infoiati di tecnologia ma per il popolo, se tu esci e non hai o Samsung o Apple ti senti uno sfigato, ti danno dello sfigato. Se, tu addirittura, ti presenti con un iPhone con le cuffie che non sono quelle originali o non sono delle beats, la gente ti guarda male. Addirittura, se uno si siede oggi in riunione con me e ha il cavo iPhone non originale, ma quello comprato su Amazon, io gli dico "ma perché hai comprato sto cavo sfigato?".
Prendendo tutto ciò io ho detto vorrei raccontare al mercato una magia tale per cui al giorno d’oggi si può avere tecnologia top di gamma ma al giusto prezzo.
L’incipit del nostro progetto era questo. Dopodiché ci siamo trovati a domandarci con cosa iniziamo, che cosa faccio. All’inizio volevamo fare uno smartyband (dispositivi indossabili. ndr) perchè secondo ricerche di mercato il mercato degli smartyband era in completa evoluzione e cominciava a fare dei buoni numeri, dopodiché ci siamo fermati sui numeri della telefonia mobile in Italia, per cui più di 20 milioni di device, più di 70 milioni di SIM, l’Italia insime alla Gran Bretagna sono i paesi, in assoluto, con più device in Europa e ci siamo detti, facciamo un bel top di gamma al giusto prezzo e così è nata la nostra avventura.
G: Come nasce l’idea di uno smartphone Made in Italy? Ma sopratutto come nasce l’idea di uno smartphone come lo Stonex One?
F: L’idea dello Stonex One, nasce appunto per quest’esigenza, creare un inizio, una ragione per cui questo progetto dovrebbe esistere, la reason one. Perché questo progetto deve esistere? Perché vogliamo fare tecnologia di serie A al giusto prezzo e perché questo deve essere il nostro megafono, e questo prodotto è appunto Stonex One.
Essenzialmente quello che vogliamo fare con Stonex One è creare un telefono che abbia il DNA italiano e nello stesso tempo che sia globale. Ciò cosa vuol dire: se nel resto del mondo sei solo italiano non vali nulla, non vali niente, vali zero. Che sia un bene o un male, questa è la realtà dei fatti. Se nel resto del mondo hai un know-how italiano, hai un DNA italiano ma sei globale come mentalità allora forse spacchiamo. Noi vogliamo fare questo, Stonex One sarà un telefono che avrà un DNA italiano, avrà un sangue italiano ma nello stesso tempo sarà globale. Già il nome è in lingua inglese, perché nel mercato globale la lingua italiana non è globale, ma nello stesso tempo avrà un sistema operativo che si chiama Ciao quindi il DNA sarà palesemente italiano. Il telefono è pensato, disegnato e progettato in Italia ma ha pezzi che vengono da tutto il mondo, Cina, Corea del Sud, Taiwan, Europa ed America, quindi è un telefono volutamente globale. Abbiamo cercato di dargli queste cose, perché crediamo che se si vuole essere competitivi bisogna avere delle caratteristiche e queste caratteristiche sono avere un DNA italiano però il telefono deve essere competitivo sul mercato globale.
G: Il mercato degli smartphone è un ambiente pieno di insidie, ci sono i mostri sacri come i Samsung, Apple e HTC, i nuovi marchi che avanzano come ASUS ed LG ed ormai c’è anche una miriade di nuove aziende che vanno ad intasare il mercato. Come si pone lo Stonex One in quest’ambiente e quali sono secondo voi i veri competitor per il vostro smartphone?
F: Prima di tutto bisognerebbe posizionare il nostro telefono in una fascia, per cui dividendo il mercato in tre fasce: entry level, medio livello e top gamma noi dobbiamo trovare un posto dove posizionaci.
Sicuramente il nostro non è un telefono entry level. Non è un telefono da basse prestazioni ed un prezzo conveniente. Nello tempo non è un top di gamma come fascia di prezzo. È un telefono che sta nel mezzo. Quindi abbiamo cercato di fare una cosa un po’ diversa. Abbiamo cercato di dare un top di gamma ad un prezzo molto competitivo. Possiamo competere con i vari marchi cinesi, che stanno facendo dei cellulari ottimi ed hanno la possibilità di farli pagare poco perché hanno le tecnologie in casa.
La questione di produrre in Cina non è una questione di risparmio, non è che stiamo facendo cucire i palloni dai bambini indiani o cinesi, è un’altra cosa.
La produzione di telefoni deve avvenire in quel mercato lì se vuole essere competitiva, perché in quel mercato lì hanno tutti i distributori, che sono importantissimi, e quasi tutti i produttori.
Quindi se tu vuoi produrre un telefono top di gamma con quelle caratteristiche che ti permettono di essere nella fascia dei top di gamma, sei obbligato a produrre in quel paese.
produrre in Cina
non è una questione di risparmio
L’assemblaggio, perchè tanti chiedono dove viene assemblato, è il costo minore di un telefono. Assemblare un telefono, ci mica sono lì gli omini che montano un telefono. L’assemblaggio oggi avviene con catene di montaggio dove l’uomo controlla che tutto vada nel modo giusto, non sta’ lì a farlo lui a mano, anche perché sarebbe impossibile star lì a produrre milioni di iPhone.
Queste catene di montaggio, che sono molto prestanti, se già vuoi avere una produzione come la nostra, vicina ai 10 mila pezzi al mese, devi andare per forza lì. Fate conto che non in Italia, ma in tutta Europa, a tecnologia valiamo zero, su tutti i campi. Forse gli unici campi nei quali riusciamo ad avere qualcosa in più sono gli speakers dove ci sono paesi che sono tecnologicamente avanzati, penso all’Olanda ed altri, ma a livello di tecnologia che riguarda per esempio la RAM, il processore, i display in tutta Europa è difficile trovare una casa che produca roba prestante. In più è difficile avere dei distributori e quindi sei obbligato a fare tutto in Cina. Volendo puoi prendere pezzi globali, perché come ti ho già detto noi abbiamo preso pezzi un po’ da tutto il mondo. Così noi riusciamo ad avere lo stesso prezzo che hanno Samsung, Apple e tante altre case. Il nostro prezzo è il medesimo di loro. A differenza di loro noi abbiamo scelto di investire il nostri soldi in marketig in maniera completamente differente. Quindi, invece di spendere vagonate di soldi in pubblicità, probabilmente loro sono obbligati a farlo per mantenere una credibilità, lo standing di un’azienda, noi abbiamo cercato di investire in maniera non convenzionale, sicuramente ci stiamo investendo del nostro tempo, ma non solo noi, anche i nostri programmatori, i nostri designer e tutto lo staff, anche loro stanno investendo il loro tempo e dall’altra parte abbiamo deciso di guadagnare il giusto ed inaugurare una specie di mercato etico. Quindi di raccontare quali sono i costi di produzione del nostro smartphone, presto racconteremo esattamente quanto costa produrre uno smartphone, quanti soldi guadagnamo noi ad unità e come investiremo questi soldi. Tutto questo per noi è molto importante.
Se tu mi chiedi, per fare un sunto a tutto quello che ho detto, noi ci posizioniamo nella fascia di mezzo, con un prezzo che sta all’inizio della fascia di mezzo, ma tecnologicamente parlando noi siamo top di gamma. I telefoni che oggi costano dai 400 € in su, definiamoli top di gamma, noi invece abbiamo un prezzo a 299 €, quindi molto competitivo.
G: Sui social le comunità italiane hanno condiviso spesso notizie sullo Stonex One, ci sono anche gruppi dedicati al vostro smartphone, ma a discuterne sono per la maggior parte i cosiddetti "smanettoni", non temete che lo Stonex One possa rimanere un prodotto di nicchia?
F: Noi stiamo unendo una comunicazione capillare su quello, chiamiamolo così, mondo dei smanettoni, ma grazie al megafono dei social, ci stiamo aprendo all’universo mainstream, perché, ovviamente, siamo in un paese che ci obbliga ad essere mainstream. Fate conto che quando è partito Xiaomi, non lo conosceva nessuno in Cina, erano un centesimo di quello che noi siamo adesso, hanno venduto 50 mila device in un mese, e non li conosceva nessuno, ora ne vendono milioni. Noi ovviamente siamo in un paese, che al posto di avere 2 miliardi di persone ne ha 70 milioni e rotti e cambia tutto, dobbiamo essere obbligatoriamente mainstream ed è per questo che piano piano ci allargheremo sempre di più.
Per adesso i dati che abbiamo sono molto rincuoranti, siamo riusciti a fare circa 15 mila preorder in una settimana. Preorder gratis, non vincolanti, quindi non sono degli ordini, ma sono molto vicini agli ordini, perché il nostro e-commerce è stato settato per obbligare l’utente a mettere tutti i dati che ci vogliono per comprare tranne la carta di credito. È comunque una loggata molto simile ad un "voglio comprare" per cui secondo me siamo sopra il 50% di quelli che vogliono comprare. Per cui sei io dovessi vendere per i primi mesi 5/6 mila device al mese, in Italia, sono molto contento. Dopodiché la scelta è esclusivamente quella di vendere on-line perché non vogliamo sottostare alle regole della piccola grande distribuzione, noi vogliamo dettare le regole della nostra distribuzione da soli con la nostra utenza e non vogliamo che il nostro telefono sia dopato e non abbia quei prezzi che noi abbiamo scelto. Questo ci obbliga, ad utilizzare solo il nostro e-commerce. È ovvio che con la comunicazione che stiamo facendo, se domani andassimo nella grande distribuzione, ma anche nella piccola distribuzione, venderemmo un sacco di pezzi. Io ne sono convinto perché spesso accade che giro per strata e su 10 persone che mi fermano 8 mi chiedono di Stonex e su queste otto, 4 sono ragazzi e 4 hanno più di 40 anni, vuol dire che avremmo una buona possibilità di vendere tanti pezzi.
Ma la filosofia è la filosofia ed un’idea è un’idea e non si può cambiare idea solo per vendere tanti pezzi. Se dovessimo andare nelle grandi distribuzioni o nella piccola distribuzione è perché loro comunque vogliono sottostare alle nostre regole e non noi alle loro. Per dircela in breve, se dovessimo andare nella grande distribuzione, scordatevi che il telefono possa costare 299 euro, perchè se noi abbiamo un marcato che è minore di 50 euro, anzi è più vicino ai 20 euro ad unità, capisci bene che stiamo parlando di niente su un progetto tecnologico del genere, dove i markup dei top di gamma sono anche il 100%, il 200%, il 300%. Noi siamo ad una cifra veramente molto minore.
Ma la filosofia è la filosofia, ed un’idea è un’idea
non si può cambiare idea solo per vendere tanti pezzi.
G: L’idea del mercato etico, di cui hai parlato prima, è molto interessante e tra le altre cose interessanti c’è l’idea sovvenzionare nuove startup, nuove idee per i giovani italiani. I famosi 500 mila euro in un anno. Questo presuppone che abbiate idea di vendere moltissimi device in un anno, sopratutto se mi dici che il guadagno è tra i 20 ed i 50 euro a dispositivo.
F: Ti faccio una previsione di dati molto semplice, io voglio vendere 10 mila device al mese. 10 mila device al mese sono un markup di mezzo milione di euro, per esempio già il primo mese, già con i prezzi che noi abbiamo preordinato potremmo andare a finanziare le startup. Se dovesse essere questa cosa ripetitiva anche per gli altri mesi avremmo molti soldi da investire.
Io sarò molto limpido e sincero sui guadagni, se avremo i soldi li investiremo, se non avremo i soldi ovviamente non potremo investirli. Ma io sono molto fiducioso, e sopratutto confido nella mia utenza che è la cosa più importante. Ovvio che se dovessimo fare mille pezzi al mese diventa più difficile. Ma io confido che in Italia, 10 mila pezzi al mese ci potrebbero permettere di investire nella nostra azienda ed investire in startup.
Investire nella nostra azienda vuol dire fare un improve dell’azienda, abbiamo già pensato di comprare un terreno dove poter fare la città dei giovani. Purtroppo l’idea che avevamo avuto prima è irrealizzabile perchè non ci vendono il lotto, nonostante 6 mesi di progetto. Forse abbiamo trova 60 ettari per fare l’azienda e per fare un vero e proprio incubatore e non inculatore, scusa la parolaccia, che dia veramente una mano a questi ragazzi e che non zanza l’idea (ruba l’idea, ndr). Abbiamo deciso che dobbiamo avere la forza per fare la nostra storia indipendentemente da tutto. Vogliamo fare la nostra radio, la nostra televisione, vogliamo fare la nostra storia. Siccome ce lo possiamo permettere e secondo me ce lo possiamo permettere di testa e potremo anche di finanze, abbiamo deciso di farlo, noi e la nostra community.
sarò limpido e sincero
sui guadagni
Un’altra cosa che abbiamo capito, e questa è stata davvero una grandissima notizia, è che si può davvero realizzare dei progetti insieme ad una community. All’inizio eravamo molto spaventati, perchè mettere in mano ad una community un progetto da milioni di euro, perchè per un progetto di smartphone, solo produrre 10.000 esemplari costa 2 milioni di euro, pensa alla progettazione, pensa a tutto quello che c’è dietro, capisci che sono diversi soldi. Mettere in mano, tutto questo, ad una community, all’inizio avevamo paura ed infatti l’abbiamo fatto noi internamente, anche perchè all’inzio la community non l’avevamo. Adesso ci siamo accorti che, grazie alla community dei breakers, che si può fare qualcosa chiedendo aiuto agli utenti, ma non solo agli smanettoni, anche la gente normale ha le sue idee e può darti delle idee interessanti.
I prossimi progetti a venire, dagli accessori, noi partiremo dalle cuffie, li faremo insieme alla comunity. Cioè li penseremo, li disegneremo e progetteremo insieme alla comunity dei breakers.
G: L’idea di uno smartphone unbranded è molto interessante, come siete arrivati a questa decisione? Non c’è il pericolo che lo smartphone si confonda con la moltitudine degli smarphone provenienti dalla Cina?
La cosa simpatica, che in ogni mondo, in ogni progetto è così, le legende metropolitane un po’ cerco di debellarle, altre mi fanno molto ridere. Per cui l’effetto cinesata o dire cinesata è una roba da chi non conosce il mercato, non conosce totalmente cosa avviene al giorno d’oggi, non sa quello che ho detto prima, non sa che l’Europa, per quanto riguarda questo tipo di tecnologia è totalmente morta e ti ho spiegato prima perché bisogna produrre in Cina e comunque in Cina ci producono tutti. Per quanto concerte l’aspetto tecnologico, non è una questione di costi, è che sei obbligato a farlo lì. Se l’azienda che ti fa tutto, le aziende sono tutte lì, i produttori sono tutti lì come puoi pretendere di far tutto qua ed essere competitivo ed economico.
La questione dell’unbranded è un ragionamento che è avvenuto per una serie di motivi. Primo motivo è che noi volevamo fare uno smartphone di proprietà dell’utente. Nel 2015, in una società globalizzata, che è invasa da marchi dalla mattina alla sera, l’utente non ha mai il sentore di essere proprietario di quello che ha. L’iPhone non è mai tuo, è iPhone. La parola iPhone è già molto più grande di te, si mangia il fatto che tu potresti essere proprietario del telefono che hai in mano. Addirittura ci sono dei marchi talmente grossi che vanno anche aldilà dei loro prodotti. Al giorno d’oggi c’è gente che quando vede un compiuter lo chiama “il Mac” anche se è un PC anche se non è Mac. Ad esempio la Coca Cola, qualsiasi bevanda è marrone e gasata è una Coca Cola. Per farti capire la forza dei marchi. Noi invece volevamo creare qualcosa che fosse dell’utente, di proprietà dell’utente e quindi nasce la necessità di fare qualcosa di unbranded, dov’è l’utente e la sua esperienza di utente a decidere se dire che telefono ha in mano o meno. Credo fortemente che l’idea che uno ha nella testa è immortale, il prodotto è mortale. L’idea di essere proprietario di un’unità che hai in mano è immortale, è ciò che hai in mano è mortale, perché oggi è la prima serie, domani sarà la decima, dopo domani sarà la centesima. Ma voglio che l’idea di avere in mano qualcosa che è tuo rimanga.
volevamo fare uno smartphone
di proprietà dell'utente
La seconda cosa è perché noi ci siamo posti sul mercato in maniera molto aggressiva raccontando che comunque stavamo facendo qualcosa di molto figo ed il brand, quasi sempre, di per se va a distruggere ogni tipo di magia. Io non sono mai stato una amante dei brand delle marche o delle scritte, io tolgo scritte da tutte le parti. Toglierei anche la mela, nonostante sia bella, dal Mac. Le macchine ho sempre tolto il modello. Non ho mai amato marchiare le cose ed è per questo che abbiamo deciso di fare il tutto unbranded, però abbiamo detto perché non rendiamo queste serie comunque, in qualche modo, uniche? Quindi abbiamo deciso di produrre i nostri smartphone in serie limitate, questa è un’altra cosa che in pochi hanno fatto, ma non una serie limitata, sarà sempre prodotto in serie limitate. Per cui il primo lotto, chiamiamolo vorgalmente così, sarà di 10 mila unità, il prossimo magari di 20 o di 4, il prossimo di 1000, il prossimo di 50 ed ogni serie limitata avrà il nome di un italiano che ha segnato la storia dei nostri tempi. Questa è la personalizzazione che volevo dargli, il nome sarà quasi invisibile, non è bianco su blu, ma sarà inciso sulla scocca, per cui sarà quasi invisibile. Il primo nome è #Galileo, il nostro motto è Break the rules, rompi le regole, il primo che effettivamente le ha rotte, che ha capito come girava il mondo era lui. Per le prossime versioni, abbiamo già chiesto alla nostra utenza, e ci sono arrivati un sacco di nomi, quindi dalla prossima serie utilizzeremo già il volere della nostra utenza. Abbiamo scelto poi un colore che fosse particolare rispetto agli altri colori. Ho voluto trovare un colore unico, un colore che fosse veramente unico, pensa che Klein è l’unico artista che ha creato un colore che ha il suo ral, un colore brevettato che è il blue Klein, definito il blue assoluto. In più il blue è il colore dei social, poi secondo ricerche di mercato il blue è il colore preferito, in proporzione sono molte più le persone che amano il blue rispetto al nero, rispetto al bianco e rispetto al rosso e quindi abbiam detto utilizziamo questo blue Klein.
G: Vorrei ora farvi alcune domande che ci hanno fatto direttamente i nostri lettori
F: Aspetta, ci tengo a dire una cosa che è molto importante, la magia di un prodotto, la magia con l’idea è importante tanto quanto il prodotto per cui non si può vendere un prodotto senza magia senza un’idea, non si può vendere un’idea senza magia senza prodotto. Tutto questo, che ovviamente è pensato e non fatto a cazzum, è stato programmato e progettato per fare in modo che ci fosse una startup il primo d’Aprile, l’abbiamo fatto inconsciamente il pesce d’Aprile, e così nei mesi ci fosse step by step come una sorta di opera teatrale, come una sorta di film step by step fosse svelato questo progetto.
Progetti come i nostri, e questo lo dico sempre, startup come le nostre, perchè Stonex One è una startup, lasciamo stare Stonex positioning che è un’altra società, sempre nostra del gruppo e Stonex telefonia, quello che è successo fino ad ora, che è stato un rodaggio per capire come fare questo mestiere. Stonex One è una startup partita l’1 Aprile, startup come la nostra abbiamo citato OnePlus e Xiaomi, ora se tu sei un malato saprai benissimo quando hai pagato un OnePlus e quando ti è arrivato a casa. Noi abbiamo iniziato 2 mesi fa, ci vuole un attimo di tempo. Tra l’altro, e questa è la prima volta che lo dico, noi dipendiamo da cose che non dipendono da noi.
Per esempio, produzione. Noi produciamo nei posti dove producono i top di gamma, e non sono 100 al mondo, sono 6. La camera tra le migliori la fa Sony, i processori sono due gli schermi non sono 100, per cui caschi o in una casa che produce un processore per un grande brand o in un’altra casa che lo produce per un’altro brand. Per esempio Samsung che ha avuto problemi con il suo processore che surriscaldava troppo, l’ha dovuto produrre internamente perchè non ne trovava un’altro. Il mercato, non è che ci siano 1000 alternative. Se mentre noi stiamo producendo 10 mila pezzi, con camera Sony da 21 Megapixel, Apple si sveglia e vuole produrre 5 milioni di pezzi in più cosa vuoi che succeda? Ovviamente si ferma la catena e si fa partire sulla stessa catena di montaggio. Così visto che noi abbiamo fatto una comunicazione aggressiva, se chi detiene l’accessig di alcune cose che noi utilizziamo, si sveglia e dice “non va bene come avete fatto qua perchè dovete fare così” noi cosa dobbiamo fare, in questo caso dobbiamo fermare la distribuzione. Per cui ci sono tante variabili con cui una società piccola come la nostra deve avere a che fare.
Se mentre noi stiamo producendo 10 mila pezzi, Apple si sveglia e vuole produrre 5 milioni di pezzi in più cosa vuoi che succeda?
Ovviamente si ferma la catena
Detto questo, abbiamo iniziato due mesi fa, abbiamo iniziato a far vedere il Mockup 0 ed il Mockup 1, tra 1/2 settimane faremo verede il Proto 0 e Proto 1 ed il mio desiderio è a Luglio poter distribuire i primi 10 mila pezzi. Se questo non avverrà non è colpa nostra, perchè noi avevamo calcolato di poterli avere in mano a fine giugno, quindi già siamo in delay per colpa di cose che non sono nostre. Poi se dovessimo analizzare startup come la nostra siamo in abbondante anticipo, quindi capisco l’incazzatura perchè ti sei preso OnePlus lo hai pagato e magari ti è arrivato 6 mesi, 4 mesi dopo, però noi siamo un’altra cosa, non è che possiamo prendere l’incazzatura dovuta ad altre case che hanno fatto dei danni. Cerchiamo di essere più nitidi possibili, comunichiamo ogni giorno, ogni giorno siamo sul pezzo, rispondiamo quasi a tutti, più di così è impossibile fare.
G: Hai risposto già ad alcune delle domande che hanno mandato i nostri utenti, quindi saltiamone alcune. Uno dei nostri lettori domanda se le successive edizioni saranno uguali esteticamente e tecnicamente (nome dell'italiano breaker a parte)?
Per quanto riguarda questa release di Stonex One, il design e tutta la parte hardware interna, ovviamente non sarà mutata, a meno che non succeda qualche disastro che noi non possiamo ancora sapere. I benchmark che abbiamo fatto fino adesso sono andati tutti bene, siamo al debug, quindi va bene. Se tra tre mesi ci accorgiamo di qualcosa non va bene dovremo provvedere. Non dovremmo avere problematiche di altri. Apparte l’hashtag non ci dovrebbero essere differenze tra le varie edizioni limitate.
Apparte l’hashtag non ci dovrebbero essere differenze
tra le varie edizioni
Il software invece avrà aggiornamenti continui, sia Android, credo assolutissimamente, sia dalla parte di Ciao OS. Ovviamente dalla parte di Android ci saranno upgrade che deriveranno dal mondo Android, invece dalla nostra parte upgrade che noi faremo sul nostro sistema operativo, anche frutto di lavoro fatto dalla nostra community.
il software
avrà aggiornamenti continui
G: Questa, è una delle domande che più ci sono state sottoposte.Come verrà gestita l’assistenza clienti?
F: Noi abbiamo intenzione di fare due tipologie di assistenza. La prima assistenza è per quelli che non sanno neanche accendere il telefono. Per quelli che chiedono come si accende, come si mette la suoneria. Per cui questa è la prima assistenza.
abbiamo intenzione di fare
due tipologie di assistenza
Una seconda è un’assistenza tecnica, quindi noi avremo, essendo un’azienda italiana sottostiamo a tutte le leggi italiane, quindi le leggi che riguardano soddisfatti o rimborsati in sette giorni, adesso non vorrei dirti una cavolata, parte di quello che voi pagherete sarà una sorta di assicurazione. Questo è una cosa che accade e magari l’utenza non lo sa, quando voi andate a comprare uno smartphone, parte di quello che voi andate a pagare è già un’assicurazione e quindi quando andate a pagare ulteriori assicurazioni state andado a pagare una cosa che avete già pagato. Non so se qualcuno di voi lo sapeva o vi era chiaro. Stiamo cercando di capire se i telefoni possono avere ulteriori assicurazioni magari che possono essere prolungate nel tempo. Ci stiamo approcciando a grossi gruppi assicurativi che dovremo vedere nei prossimi giorni. Cercheremo di poter supportare gli utenti in qualsiasi modo possibile ed immaginabile. A livello di primo soccorso ed anche in maniera più capillare.
G: L’ultima domanda di quelle fatte dai nostri lettori chiede se sarà possibile personalizzare la ROM (sistema operativo) senza far decadere la garanzia?
Assolutissimamente. Abbiamo già detto, che per chi entrerà a far parte della nostra community, ovviamente dovrà sottostare a delle regole, altrimenti è l’anarchia totale, potrà fare del modding e quindi andare ad agire sul nostro device. Tutte le cose che escono, che dicono, no ma Mediatek, ma no non è possibile, ma figurati, se diciamo questa cosa è perchè è vera, non stiamo qua a raccontare delle balle, anche perchè per quale motivo dovremmo raccontare delle balle.
La garanzia del telefono non si perderà, è ovvio che bisognerà sottostare a delle regole. Noi usciremo anche con una developper edition, quindi un’edizione speciale per assecondare il volere degli smanettoni che potrano smanettare quanto vorranno.
usciremo anche con una
developper edition
G: Premesso che sono possessore di un OnePlus One, ora ti chiedo, convincimi a comprare uno Stonex One.
F: Ti convinco a comprare uno Stonex One, però ti dico subito non mi interessa che telefono hai in mano in questo momento, non farò leva sul telefono che hai in questo momento, però ti posso dire che ci sono due motivazioni per cui dovresti comprare lo Stonex One. Perché ad oggi, in questo momento, non dico che è il più competitivo, perché non ho conoscenza di tutto il mercato, ma sicuramente è uno dei 3/4 smartphone più competitivi ed al prezzo più ragionevole. Quindi se nella tua testa c’è da una parte avere una macchina prestante e dall’altra pagarla il giusto prezzo assolutissimamente questo è il cellulare.
Secondo, perché in qualche modo, un po’ di patriottismo, tu che sei italiano lo devi avere, e questo cellulare che ha un DNA completamente italiano deve e può vivere esclusivamente se ha una propria utenza.
Ricordiamoci che il nostro paese, grazie ad Olivetti e l’ingegner Petruzzo, è stato il primo paese ad inventare il personal computer. Mentre Microsoft aveva 70 dipendenti qua ne avevamo 7 mila. Tutto ciò, nel corso degli anni, è andato poi a morire, ma non solo in Italia, in tutta Europa, noi potremmo creare una bella discriminante, una bella linea tra come era il mondo prima e come potrebbe essere in futuro. Magari questa è solo un’idea utopistica, ma se abbiamo voglia di credere insieme ad un bel sogno, magari questo telefono prendilo.
In fine, abbiamo rivolto anche una domanda a Davide Erba, CEO di Stonex.
G: Ho trovato un’intervista risalente al 2014 in cui, parlando dei nuovi smartphone Stonex, dicevi “Avremo cinque prodotti nel 2014 e miriamo a cambiare completamente Android al punto da renderlo irriconoscibile. Del tutto personalizzato Stonex”. Questo vuol dire che il sistema operativo dello Stonex One sarà fortemente personalizzato oppure Ciao OS sarà un sistema operativo quasi stock?
D: Stiamo lavorando sulla ROM ed è un iter iniziato da parecchio tempo. La prima versione sarà molto vicina ad Android stock e si evolverà nel tempo per quanto abbiamo già scritto molto codice e abbiamo molti elementi innovativi che rilasceremo step by step, dal momento che ci evolveremo assieme alla community interpretando bene anche le aspettative di quest’ultima.