La condivisione di file multimediali protetti da copyright (film, brani musicali ecc) è legale a patto che non ci sia scopo di lucro.
Lo ha deciso la Procura Nazionale Portoghese, in risposta ad una denuncia dell'ACAPOR, associazione che racchiude le aziende che producono e commercializzano musica e film in Portogallo (la SIAE portoghese).
Una decisione simile era stata presa anche dal Consiglio Federale Svizzero che aveva sentenziato che scaricare contenuti audiovisivi coperti da copyright, per uso personale non è reato.
Lo scorso anno l'ACAPOR aveva depositato presso la Procura Nazionale oltre 2 mila indirizzi IP di utenti accusati di aver condiviso file protetti da copyright mediante i comuni mezzi di P2P.
La Procura Nazionale Portoghese si è pronunciata lo scorso lunedì, sentenziando che la condivisione ad uso personale e senza scopo di lucro di contenuti coperti da copyright non può essere considerata reato.
- Due i punti cardine della decisione:
- La condivisione per uso personale di file protetti da copyright non è reato
Un indirizzo IP non identifica univocamente una persona
A questo va aggiunto, che secondo la Procura Nazionale Portoghese, se un utente viene scoperto a condividere illegalmente dei contenuti coperti da copyright, per poterlo perseguire legalmente è necessario che l'autore dei contenuti dichiari esplicitamente che non autorizza la copia ad uso personale.
Dal punto di vista giuridico, pur tenendo conto del fatto che gli utenti agiscono sia da uploader che downloader nelle reti file-sharing, la condotta è lecita, anche se continuano a condividere una volta che lo scaricamento è completato.
Questo il punto di vista della Procura.
La reazione dell'ACAPOR non si è fatta attendere dichiarando che la Procura ha solo salvaguardato i propri interessi e così evitato di dover inviare 2 mila lettere, ascoltare 2 mila persone ed analizzare 2 mila computer.